Nel 1681 la Sicilia era un dominio spagnolo; a regnare era Carlo II° di Spagna che aveva anche il titolo di Re di Sicilia.
A Palermo il Viceré era Francesco Bonavides, conte di Santo Stefano.
Il novello paese di "Montereale" (così dapprima fu chiamato in onore dei Monreale) fu fondato nel 1681 per volontà di don Domenico Monreale e Montaperto duca di Castrofilippo, tramite l'acquisizione del "Diritto di Mero e Misto Imperio" prima, e il rilascio della "Licentia fabricandi et populandi" dopo.
Dice il Gibilaro: "...Il 4 giugno 1680 don Domenico Monreale, acquistava il Diritto di Mero e Misto Imperio sul territorio della Mendula esistente nella Val di Mazzara, posto nel territorio della città di Girgenti, confinante col territorio di Favonia ( forse Fauma), il territorio di Monterosso, il Territorio di Durrueli e la spiaggia del mare, con la facoltà della giurisdizione criminale alta e bassa, colla possibilità di nominare ufficiali in Ampla forma. Il diritto era rilasciato a don Domenico Monreale in perpetuo; il prezzo convenuto fu di onze 68...
A proposito della licenza populandi, essa veniva data come premio per i servizi resi alla Spagna; in seguito però i permessi venivano venduti e il prezzo variava da 100 a 400 onze. Uno degli stimoli che portava il feudatario a fondare una nuova terra era quello della sua promozione ai gradi superiori della gerarchia feudale; infatti chi riusciva ad edificare un nuovo centro e a costruirvi a proprie spese (almeno 80 case, aveva diritto al titolo di principe e ad un seggio nel parlamento siciliano e veniva altresì promosso Grande di Spagna. I motivi principali che portarono il governo spagnolo a promuovere la fondazione di nuove città furono sia gli introiti ricavati dalla vendita delle "Licentiae", sia la sistemazione del grande esubero di popolazione causato dalla crescita demografica del XVI° secolo.
Citando ad esempio la comarca di Agrigento essa passò dai 16.972 abitanti del 1583 ai 34.849 abitanti del 1714 (+106,78 %).
Per quanto si riferisce a Realmonte, la licentia Fabricandi fu concessa a Domenico Monreale il 14 agosto 1681, dopo la sua richiesta del 9 giugno dello stesso anno, questo perchè fu necessario chiedere preventivamente il parere ai Giurati di Naro e di Agrigento. Questi ultimi espressero parere negativo, perchè ricadendo il territorio nel demanio della città, la sua separazione avrebbe tolto alla stessa gli introiti derivanti dalle imposte esatte nel feudo. Per fortuna l'istanza Agrigentina fu rigettata. "...il diritto fu concesso a Domenico Monreale e ai suoi successori in perpetuo, al prezzo convenuto di 150 onze da destinare per servizi ed aiuto alle fortificazioni di questo Regno. Esso prevedeva la possibilità di abitare e popolare con persone dei due sessi il territorio della Mendola, recintare terreni, denominarli, esigere ogni gabella; nominare il Castellano, il Segreto, il Capitano di Giustizia, i Giudici, i Giurati, i Fiscali e tutti gli altri Ufficiali necessari ed opportuni, fare macellare nei pubblici macelli due giovenche la cui carne doveva essere venduta ai prezzi stabiliti nelle Regie Prammatiche. Il Monreale veniva altresì nominato Capitano delle Armi nel territorio della Mendola, carica, che passava automaticamente ai suoi successori. Veniva stabilito che non potesse essere ospitata nella terra aliqua turba sociorum (nessun gruppo di uomini radunati in banda), ne soldati di piedi, a cavallo, sia con l'armatura leggera ordinaria o straordinaria sia soldati siciliani che del Tercio Spagnolo...".